È mattina presto. Il piccolo Marco entra all’asilo con lo zainetto e improvvisamente scoppia in lacrime: il distacco dalla mamma genera un’ondata emotiva intensa. Paura, frustrazione e bisogno di vicinanza emergono con forza e chiedono ascolto. Le emozioni dei bambini da 0 a 3 anni parlano con chiarezza e guidano gli adulti verso una relazione profonda. In un contesto sicuro e relazionale come quello che coltiviamo quotidianamente all’Asilo Nido Gnomi e Folletti, ogni vissuto emotivo diventa un’opportunità di crescita.
Perché i bambini sentono così tanto
Nei primi tre anni di vita il cervello attraversa una fase di straordinaria espansione. Le emozioni si manifestano con grande intensità perché gli strumenti necessari per comprenderle e modularle sono in costruzione. La regolazione emotiva si sviluppa grazie alla relazione: l’adulto offre orientamento, presenza e parole che aiutano il bambino a dare forma ai propri vissuti.
In questo periodo ogni esperienza emotiva contribuisce allo sviluppo di sicurezza, empatia, capacità comunicative e competenze sociali future. Ogni pianto, sorriso o momento di frustrazione rappresenta un passaggio prezioso nella crescita. Ogni momento della giornata porta con sé emozioni che si intrecciano con i gesti, le routine e gli sguardi, creando un percorso ricco di significato per il bambino.
Quando le emozioni parlano davvero
Un bambino che piange per una torre di cubi caduta, che si agita perché un incastro non riesce o che ride esplorando un nuovo gioco sta esprimendo bisogni profondi.
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Il pianto esprime stanchezza, richiesta di vicinanza o frustrazione.
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La rabbia segnala desiderio di autonomia, difficoltà nel comunicare o impegnativi tempi di attesa.
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La gioia e l’eccitazione accompagnano scoperta, conquista e desiderio di condivisione.
Accogliere queste emozioni come messaggi permette di trasformare ogni momento in un’occasione di apprendimento.
Il ruolo dell’adulto come specchio emotivo
Quando il bambino vive un’emozione intensa, l’adulto diventa un punto di riferimento essenziale. Una presenza calma, uno sguardo accogliente e parole semplici offrono sicurezza e orientamento. Gestire un’emozione significa accompagnare il bambino nella sua esperienza, aiutandolo a riconoscerla e a esprimerla.
Frasi come: «Vedo che sei frustrato perché questo compito richiede molta energia» o «Questa emozione è molto forte, insieme la attraversiamo» sostengono il bambino e lo guidano verso la calma.
La tranquillità dell’adulto crea un porto sicuro da cui ogni bambino può esplorare l’esperienza emotiva con fiducia.
Le parole che accolgono
Ecco alcune frasi che aiutano il bambino a sentirsi compreso:
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«Hai ragione: è difficile aspettare. Ti aiuto io.»
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«Questa emozione è forte, ma insieme la attraversiamo.»
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«Vedo che sei arrabbiato: ci lavoriamo insieme.»
E alcune da evitare:
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«Non devi piangere.»
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«Non fare così.»
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«Se continui, non ti ascolto.»
Dare un nome all’emozione è il primo passo per comprenderla.
Il contributo del nido
Nel nostro nido, Gnomi e Folletti, l’educazione emozionale rappresenta un filo continuo che attraversa ogni momento della giornata. L’accoglienza del mattino, i rituali condivisi, gli ambienti curati e le routine prevedibili creano un contesto rassicurante.
Attività sensoriali, giochi simbolici, letture condivise e conversazioni durante le routine diventano occasioni preziose per esplorare l’universo emotivo. Ogni educatrice offre una presenza stabile, una base sicura dalla quale il bambino può muoversi con fiducia.
Nel nostro approccio le emozioni rappresentano percorsi naturali della crescita, sempre accolti e trasformati in occasioni di relazione e apprendimento.
Come famiglia e nido possono collaborare
A Gnomi e Folletti consideriamo la continuità educativa un pilastro del benessere emotivo. Il dialogo con le famiglie ha un ruolo centrale: condividere osservazioni, parole guida e piccoli rituali quotidiani crea un ambiente coerente per il bambino.
Ecco alcune strategie utili:
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Utilizzare a casa e al nido un linguaggio comune per nominare le emozioni.
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Condividere brevi osservazioni sul vissuto emotivo della giornata.
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Introdurre rituali semplici che favoriscono il racconto delle emozioni, come un libro serale o un momento dedicato alla narrazione della giornata.
Questa alleanza educativa sostiene il bambino in ogni contesto e rafforza la sua sicurezza.
Conclusione
Le emozioni rappresentano strumenti preziosi per la crescita. Quando parlano, l’adulto ha l’opportunità di ascoltarle, accoglierle e guidarle verso percorsi di consapevolezza. Nei primi anni ogni gesto di cura, ogni parola scelta con attenzione e ogni momento condiviso costruiscono le basi della sicurezza emotiva.
Accompagnare le emozioni significa educare alla vita: un viaggio che nido e famiglia percorrono insieme, passo dopo passo.
Autrice: Fanchini Marinella
Gnomi e Folletti





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