Lo porto all'asilo nido o resto a casa dal lavoro? Quanto mi costa

Tra le decisioni difficili che i genitori affrontano dopo la nascita dei lori figli, ve n’è una che incide in modo considerevole sui bilanci familiari: rimanere a casa dal lavoro per occuparsi del bimbo oppure iscriverlo all’asilo nido? Abbiamo calcolato l'impatto economico delle due ipotesi.

Alcune mamme – ma ultimamente anche tanti papà – prendono una pausa lavorativa per seguire il percorso di crescita del bambino. Altri propendono per l’asilo nido, privilegiando l’esperienza del piccolo in un contesto relazionale.

Entrambe le scelte implicano vantaggi e svantaggi, ma è sull’aspetto economico che vorremmo portare l’attenzione con questo articolo.

 

Dal confronto tra le due ipotesi emergono dati evidenti.

Restare a casa dal lavoro costa quasi 1000 euro in più al mese

Abbiamo preso in considerazione le dinamiche e i costi medi di una famiglia composta da tre persone: due adulti e il bambino.

 

L’evidenza del risparmio tra asilo nido o rimanere a casa dal lavoro è il risultato di un’analisi teorica delle singole voci di spesa che ognuna delle due ipotesi comporta.

 

Scenario A: un genitore resta a casa dal lavoro.

Per il genitore che rinuncia temporaneamente al lavoro, abbiamo ipotizzato un mancato guadagno di 65 euro al giorno: corrisponde alla spettanza giornaliera (inclusa tredicesima) di un lavoratore dipendente con stipendio mensile di 1200 euro.

Abbiamo aggiunto i costi fissi relativi al bambino, comprensivi dei pasti (incluse la merenda del mattino e del pomeriggio) ed il necessario per la cura e l’igiene: quattro pannolini in media al giorno, salviette e creme protettive.

Abbiamo quindi sommato i costi medi giornalieri per luce, acqua e riscaldamento: il comfort domestico è una conseguenza inevitabile della presenza di genitore e bambino in una fascia oraria in cui altrimenti la casa non sarebbe occupata.

Scenario B: il bambino va all’asilo nido.

La spesa principale giornaliera è per la quasi totalità limitata alla retta dell’asilo nido: abbiamo considerato un costo medio giornaliero di 28 euro per una struttura privata; la voce si riduce drasticamente nel caso di strutture convenzionate con i comuni. L’unica voce di spesa aggiuntiva è relativa ai pannolini: in media solo un paio al giorno sono a carico della famiglia.

Pasti, prodotti per l’igiene, e costi di acqua, luce e riscaldamento sono invece inclusi nella retta.

Nell’immaginare la scelta di affidare il bambino all’asilo nido, andrebbero considerati due ulteriori fattori la cui incidenza determina un impatto minimo sui costi familiari:

 

I bambini si ammalano

Dalle statistiche dei nostri nidi, risultano mediamente due o tre assenze al mese dovute a malattia.

In tali circostanze i genitori in genere provvedono all’assistenza del bambino in diversi modi.

Spesso ricorrono ad un permesso non retribuito (congedo per malattia del figlio) così come è legittimato dal Decreto 26 marzo 2001 nr. 151 che all’articolo 47, comma 1, specifica il “diritto di astenersi dal lavoro per periodi corrispondenti alle malattie di ciascun figlio di età non superiore a tre anni”.

L’alternativa è affidarsi a una baby-sitter a chiamata, con un costo medio di 7 euro all’ora. Oppure ad un parente o a una persona fidata, a costo zero.

 

Detraibilità della spesa

La spesa sostenuta per il pagamento della retta dell’asilo nido è detraibile al 19% in sede di dichiarazione dei redditi, per un importo complessivo non superiore a 632 euro annui per ogni figlio a carico. Si tratta di circa 120 euro al massimo risparmiati.

Conclusioni

Dei due scenari proposti va considerato il valore puramente esemplificativo: le dinamiche e le spese di ogni famiglia dipendono da differenti abitudini e contesti. La nostra analisi vuole però suggerire una modalità plausibile per desumere le conseguenze delle scelte sui bilanci familiari.

Mandare il bambino al nido appare come la soluzione di minor impatto economico: il risparmio mensile è di oltre 900 euro. È la differenza tra i 1500 euro derivanti dal rimanere a casa dal lavoro e i 572 euro della retta dell’asilo nido.

Chiaramente esistono altre opzioni nelle disponibilità del genitore. Ad esse abbiamo dedicato altri approfondimenti:

 

Affidare il bambino ai nonni

Leggi: Perché iscrivere il mio bambino al nido

 

Affidare il bambino ad una baby-sitter

Leggi: Lo porto all’asilo nido o assumo una baby-sitter?

 

Quali siano i dubbi ulteriori circa le necessità educative del bambino e l’esperienza all’asilo nido, invitiamo i genitori a consultare anche gli altri articoli del nostro blog.


Autrice: Marinella Fanchini

Gnomi e Folletti


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